«Oggi sarà bello se a casa, tranquilli, prendiamo cinque, dieci, quindici minuti davanti al crocifisso, o quello che abbiamo a casa o quello del rosario», per «guardarlo» e ricordare che «è il nostro segno di sconfitta che provoca le persecuzioni, che ci distruggono», ma «è anche il nostro segno di vittoria, perché Dio ha vinto lì».
Ecco la concreta proposta spirituale che Papa Francesco ha voluto suggerire durante la messa celebrata a Santa Marta venerdì 14 settembre, festa dell’esaltazione della santa croce. E ancora una volta ha messo in guardia dall’avvicinarsi del grande Accusatore (il diavolo) che, come «un cane arrabbiato», è pronto a mordere.
«La croce ci insegna questo, che nella vita c’è il fallimento e la vittoria. Dobbiamo essere capaci di tollerare le sconfitte, di portarle con pazienza, le sconfitte anche dei nostri peccati, perché lui ha pagato per noi. Tollerarle in lui, chiedere perdono in lui, ma mai lasciarci sedurre da questo cane incatenato».