MADRE MICHEL, UNA SANTA DEI NOSTRI GIORNI
La figura di Madre Michel, pur possedendo un ampio respiro universale che la condusse fino al Sud America, resta intrinsecamente legata alla città di Alessandria e agli altri protagonisti della storia del piccolo capoluogo piemontese a cavallo tra ‘800 e ‘900. Don Carlo Torriani, la madre Carolina Beltrami, e in modo diverso il senatore Borsalino, hanno intrecciato la loro vita a quella della Beata Teresa, generando una risposta cristiana alle problematiche sociali che, in quegli anni di industrializzazione e urbanizzazione crescente, si andavano creando in Alessandria.
A Torino tutti sanno di cosa si parla, quando si dice “Cottolengo”. Ma lo stesso succede in Alessandria, quando si dice “Madre Michel”. La vita della Madre ha qualcosa di affascinante, in tutti i sensi. E sarebbe un peccato che la si raccontasse con sdolcinature del tutto fuori luogo. La Madre è una donna forte, ricca di spiritualità ma anche di umanità, e sa ricorrere anche a mezzi umani non molto mistici quando si tratta di capire se certi atteggiamenti, anche delle sue suore, sono autentici o risentono troppo di crisi psicologiche o di mistificazioni.
La sua vita è ricca di eventi: dalla sua nascita, ultima di cinque figli della famiglia Grillo, alla sua infanzia e giovinezza vissuta nell’agiatezza, situazione che le viene resa possibile dalle condizioni familiari. A ventidue anni sposa un ufficiale dei bersaglieri, G.B. Michel, e compie molti viaggi a seguito del marito.
La morte di questi, che la lascia anche senza figli, la getta nello sconforto, da cui uscirà solo qualche anno dopo quando, avendo conosciuto l’opera del Cottolengo, pensò di fare qualcosa di analogo in Alessandria.
Si è parlato spesso del suo girare con un carrettino tirato da un asino: ma forse si dimentica quale umiliazione fosse per lei, vissuta per anni in situazioni molto diverse, chiedere ora l’elemosina per trovare da mangiare per quelli che si cominciano a definire “i suoi poveri”.
Fra le persone che la Provvidenza mette sul cammino di madre Michel vi è anche Carolina Beltrami, a sua volta fondatrice di una nuova Congregazione religiosa.
La Beltrami era figlia di un artigiano orafo, prima di sedici fratelli. Collaboratrice nella parrocchia del duomo di Alessandria nel settore della catechesi, la conoscenza che ha della città la porta a immaginare un’opera in favore delle operaie che lavorano da Borsalino, lo stabilimento che produce cappelli e che in questo settore è il leader non solo in Italia. L’opera della Beltrami era volta alla formazione religiosa di queste operaie, e nel 1898 avrebbe iniziato quella che sarebbe poi diventata la Congregazione delle suore Immacolatine. A differenza di madre Michel, ben presto sorsero nella neonata Congregazione non pochi dissensi, al punto che madre Beltrami preferì ritirarsi nella propria famiglia. Solo nel 1920 sarebbe rientrata nella Congregazione, quando la sua opera si era diffusa in varie regioni italiane.
Soprattutto nei momenti di maggiore emarginazione, madre Beltrami ebbe più volte il conforto di dialogare con madre Michel, che divenne in qualche modo per la Beltrami un punto di riferimento e di sostegno. Così le due Congregazioni iniziavano il loro cammino avendo a monte la preghiera e l’opera di due sante donne. Nel 1894 madre Michel poteva inaugurare il piccolo ricovero della Divina Provvidenza, destinato a crescere velocemente, accogliendo poveri e diseredati.
La Congregazione di madre Beltrami nasceva ufficialmente nel 1898, offrendo a molte operaie un luogo in cui andare durante l’intervallo del lavoro, potendo anche trovare delle persone che le aiutavano soprattutto nella loro formazione religiosa. Nel frattempo. Madre Beltrami veniva inviata ad aprire e dirigere una casa nel quartiere alessandrino degli Orti, continuando così la sua attività di animazione sociale e di preghiera.
Madre Michel vedeva nascere la sua nuova Congregazione l’8 gennaio 1894, con sette religiose. In poco tempo sarebbero sorte case in Brasile e in Argentina. Proprio in Brasile la Madre rischiò di annegare nel torrente che allora costeggiava la casa aperta dalle suore in un quartiere povero, la Moόca.
Uno degli eventi più significativi si sarebbe verificato in Alessandria grazie all’aiuto di un altro personaggio che ha fatto una buona parte della storia della città, il senatore Borsalino. È un altro degli aspetti importanti della vita di madre Michel: il proprietario di uno dei più grandi stabilimenti italiani, il noto cappellificio, probabilmente neanche troppo credente, che rimane affascinato dal lavoro di quella donna forte e piena di fede, e le offre il suo aiuto disinteressato. Il che rende possibile aprire nella periferia della città una grande casa, incrementando così le diverse opere assistenziali.
La Madre visse abbastanza per vedere l’approvazione definitiva della sua opera, l’8 giugno 1942. Ma con lei, vale la pena ricordare anche un altro grande uomo della storia alessandrina, don Carlo Torriani, già cofondatore del Partito Popolare con don Sturzo, e poi, diventato prete, per tutta la vita ospite e collaboratore di Madre Michel, dalla quale apprese una grande umiltà e l’amore concreto per i poveri.
Così quando pronunciamo il nome di madre Michel, lo abbiniamo a quello di don Carlo, che fu anche il suo primo biografo, con un’opera che forse non ha tutti i crismi della metodologia storiografica, ma rimane uno dei testi migliori dedicati alla Madre.
Ma quando pronunciamo il nome di Madre Michel o di don Carlo, possiamo aggiungervi anche quello di madre Beltrami, protagonista con madre Michel della storia religiosa alessandrina a cavallo tra 800 e 900.
E formuliamo un auspicio: che madre Michel in cielo faccia in modo che si possa arrivare presto a vedere nel numero delle beate anche madre Carolina Beltrami.
Maurilio Guasco